Ha ammesso di aver ucciso il marito in casa con un’accetta, di averlo fatto a pezzi in bagno e raccolto in sacchetti della spazzatura gettati nel fiume Adigetto, distante poche centinaia di metri dall’abitazione. Svolta nelle indagini sull’omicidio di Shefki Kurti, il cittadino albanese di 72 anni residente a Badia Polesine (Rovigo), il cui corpo smembrato dalla moglie era stato recuperato nelle acque del canale Adigetto, nei pressi di Villanova del Ghebbo tra il 28 e il 30 luglio scorsi. La donna, incastrata dalle tracce trovate all’interno della propria abitazione dai Ris, è stata trasferita, in regime di custodia cautelare, nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Rovigo.
I carabinieri del Nucleo Investigativo e della Sezione Operativa di Rovigo, il 27 agosto scorso, hanno dato esecuzione ad una ordinanza applicativa di misura cautelare personale in luogo di cura nei confronti di una donna 68enne residente Badia Polesine (RO). Il provvedimento è arrivato al termine di una articolata attività d’indagine, diretta dalla Procura della Repubblica di Rovigo e condotta dai Carabinieri, che ha consentito di raccogliere gravi elementi di colpevolezza nei confronti della
donna, ritenuta la responsabile dei delitti di “omicidio aggravato” e “distruzione e soppressione di cadavere” del proprio marito.
Lo scorso 28 luglio personale del Consorzio di bonifica Adige Po nei pressi di una chiusa adibita alla raccolta dei rifiuti sul fiume “Adigetto”, aveva rinvenuto la gamba sinistra di un corpo umano. Nel corso della seguenti attività di scandaglio del fiume, i Vigili del Fuoco di Rovigo hanno poi recuperato più sacchetti di plastica contenenti gli altri pezzi del corpo umano.
Le indicazioni fornite dal medico legale, intervenuto al momento del ritrovamento del corpo, le attività di repertamento dei Carabinieri di Rovigo e le prime analisi dei Carabinieri del R.I.S. di Parma hanno permesso di identificare il cadavere in Shefki Kurti, 72enne residente Badia Polesine (RO), i cui familiari (la coppia ha due figli adulti) avevano segnalato l’allontanamento da casa da alcuni giorni.
Sotto la direzione del Pubblico Ministero sono iniziate così le relative investigazioni dei Carabinieri, reputando che eventuali responsabilità negli avvenimenti potessero essere ricondotte nell’ambito delle relazioni intrafamiliari della vittima. Determinante è stato il sopralluogo effettuato l’8 agosto 2022, dai Carabinieri del Ris. di Parma, all’interno dell’abitazione della vittima, dove sono state rilevate importanti tracce.
Alla luce di quanto acquisito, nel corso di un interrogatorio, la moglie della vittima ha pertanto collaborato con gli inquirenti ammettendo le proprie responsabilità.
La donna ha ammesso di aver ucciso con un’accetta, all’interno della loro abitazione il proprio consorte, di averne poi depezzato il corpo nel bagno, di averne raccolte le parti in sacchetti della spazzatura che ha infine gettato nel fiume “Adigetto”, distante poche centinaia di metri dalla sua abitazione.
Nella circostanza ha anche fornito indicazioni che hanno consentito il recupero, sempre nelle acque fiume Adigetto, a cura dei sommozzatori dei Vigili del Fuoco, degli strumenti utilizzati per commettere i reati.