Uccisa di botte dal marito dopo aver accompagno le figliolette di 6 e 8 anni. E’ morta così Ilaria Maiorano, la 41enne trovata senza vita in un casolare di Osimo (Ancona) dove viveva con il marito Tarik El Ghaddassi, cittadino marocchino sottoposto nella serata di martedì 10 ottobre a fermo con l’accusa di omicidio volontario aggravato e trasferito in carcere. E’ la 43esima donna vittima di femminicidio dall’inizio dell’anno.
“E’ caduta” aveva spiegato l’uomo ai carabinieri intervenuti nell’abitazione dopo la segnalazione di una zia della vittima preoccupata dall’aggressione subita dalla nipote mentre parlavano al telefono, con la conversazione bruscamente interrotta dalla 41enne. Tarik, in passato condannato per violenza sessuale (e della vicenda se ne sono occupati anche i servizi sociali), stava scontando gli arresti domiciliari per vicende relative alla droga.
Chi indaga è convinto che sia lui il responsabile e che le ferite sul corpo di Ilaria non siano compatibili con una caduta: da un primo esame medico legale, la vittima sarebbe morta per violenti colpi subiti. Dopo il ritrovamento del corpo, il marito è stato portato in caserma dai carabinieri e lì trattenuto per ore: dapprima ha dato in escandescenze e ha accusato un malore, tanto che sul posto è intervenuto il 118.
“La donna apparteneva alla nostra comunità ed era una brava persona. Portava sempre le sue bambine in moschea e l’ultima volta l’ho vista solo ieri pomeriggio”, afferma l’imam della Moschea di Osimo, che conosceva i coniugi: “Sembrava una bella famiglia. L’ultima volta che l’ho vista? Ieri pomeriggio alle 18. Quella di Ilaria era una bella famiglia. Il marito, Tarik, ogni tanto lo vedevo in moschea con lei”.