Si faceva pagare farmaci oncologici, dando speranze ai malati terminali: condannato a nove anni un medico di Bari.

E’ accusato di concussione per aver raggirato 16 pazienti terminali Giuseppe Rizzi, ex dirigente medico dell’Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari,

Il professionista, che all’epoca delle indagini fu subito licenziato per motivi disciplinari dall’Oncologico – secondo l’accusa – si è fatto pagare fino 7mila euro per ogni iniezione di un farmaco che diceva “miracoloso”, dando così ai malati false speranze di guarigione e costringendoli a pagare centinaia di migliaia di euro (oltre 2,5 milioni in totale in dieci anni) per prestazioni sanitarie alle quali i pazienti avevano diritto gratuitamente.

Rizzi, che è agli arresti domiciliari dal maggio 2021, avrebbe agito con la complicità della compagna co-imputata, l’avvocatessa Maria Antonietta Sancipriani, che gestiva un Caf a Bari adibito all’occorrenza abusivamente ad ambulatorio medico.

La donna, giudicata assieme al marito con rito abbreviato, è stata condannata a 5 anni e sei mesi. Il pm Marcello Quercia aveva chiesto 10 anni per il medico e quattro per la moglie. Entrambi sono stati anche interdetti in perpetuo dai pubblici uffici; per Rizzi è stata disposta l’estinzione del rapporto di lavoro con l’amministrazione di provenienza. Marito e moglie sono stati inoltre condannati a pagare, in solido, la provvisionale a titolo di risarcimento alle 13 parti civili per complessivi 329mila euro.
Di questi, 30mila euro all’Oncologico, 10mila all’Ordine dei medici e la restante parte ad 11 pazienti. In sede civile potrà essere richiesta un’altra somma per la riparazione del danno.

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