Il nuovo protocollo Covid per la gestione dei contagiati e le relative quarantene all’interno delle squadre di Sere A è vicino. L’obiettivo è ridurre la discrezionalità delle Asl locali allo scopo di avere una gestione uniforme di tutti i casi permettendo così al campionato di andare avanti regolarmente.
La bozza, che dopo esser passata dalla conferenza Stato-Regioni dovrà essere approvata anche dal Comitato Tecnico-Scientifico prima di diventare una circolare del ministero della Salute valido per i campionati italiani di vertice del calcio ma anche del basket e della pallavolo, salvo modifiche e ritardi dovrebbe essere recepita dalla Lega di Serie A nell’assemblea d’urgenza convocata per giovedì 13 gennaio che dunque varerà un nuovo protocollo Covid che si discosta parecchio rispetto a quello varato appena una settimana fa.
Due le novità fondamentali che dovrebbero essere presenti nel nuovo protocollo Covid. La prima è l’introduzione della quarantena soft che consentirebbe ai contatti stretti di calciatori positivi di continuare ad allenarsi e giocare le partite (sia per i vaccinati che per i non vaccinati con questi ultimi che però nel rispetto delle ultime disposizioni governative non potranno prendere treni e aerei per spostarsi o risiedere in hotel). La seconda è invece rappresentata dalla soglia limite di positività tra i giocatori del gruppo squadra per richiedere il rinvio di una partita che sarà pari al 35% del gruppo squadra: dunque su una rosa di 33 calciatori con 12 positivi non si gioca.
Già quest’ultima novità rappresenterebbe un sostanziale passo indietro della Lega Serie A rispetto all’ultimo protocollo Covid stilato nel quale era stata invece introdotta una soglia minima di calciatori negativi (13 di cui almeno un portiere) all’interno della rosa affinché la partita si possa o debba disputare. Ma non si tratta dell’unico stravolgimento che il nuovo protocollo dovrebbe apportare rispetto a quello stilato lo scorso 6 gennaio: in questa nuova regolamentazione infatti l’espressione “gruppo squadra”, contrariamente a quanto attualmente in vigore, non includerebbe i calciatori maggiorenni della Primavera ma soltanto quelli facenti parte della prima squadra come avviene in Premier League.