E’ un capolavoro l’intervento in radio di Matteo Salvini dopo la prima puntata del Festival di Sanremo. Il segretario della Lega e vicepremier del Governo Meloni sale sul pulpito e prova dispensare saggezza, banalizzando la partecipazione alla kermesse più famosa d’Italia del presidente della Repubblica, prima carica dello Stato. Salvini, che è anche ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, condanna Mattarella per aver parlato della Costituzione sul palco dell’Ariston, suggerisce alla pallavolista Paola Egonu, che giovedì 9 febbraio sarà co-conduttrice con Amadeus e Gianni Morandi nella terza serata, di evitare monologhi sul razzismo perché, udite udite, l’Italia “è un popolo che accoglie, che allunga la mano a tutti”. Parole che dette da Salvini stonano non poco.
E’ un vero e proprio delirio di onnipotenza quello del vicepremier leghista che alle prossime regionali nel Lazio e in Lombardia rischia l’ennesima batosta dagli alleati del partito di Giorgia Meloni. Intervenuto a Non Stop News su radio Rtl 102.5, Salvini bacchetta sia Benigni che Mattarella: “Non penso che la Costituzione debba essere difesa sul palco del Festival di Sanremo, che è la storia di Morandi e Ruggeri, di Luigi Tenco”, sminuendo poi la presenza del Capo dello Stato: “Non sto a fare polemica, se ha scelto di andarci ha diritto di svagarsi anche il Presidente della Repubblica. Per molti italiani è un momento abbastanza complicato per far la polemica” sul Festival.
Poi chiarisce: “Riempire il festival di contenuti extra festival, dalle guerre ad altro, non mi piace. Se c’è qualche causa che va difesa a Sanremo, significa che siamo un Paese indietro. I diritti delle donne vanno al di là dal Festival”. Salvini probabilmente, o almeno speriamo, ignora la popolarità di un Festival che nella prima puntata di ieri ha ottenuto uno share superiore al 60%, con quasi 11 milioni di telespettatori, un record che non si ripeteva dal 1995. Per non parlare del boom sui social.
Parole da dimenticare anche su Paola Egonu, protagonista nei giorni scorsi di una intervista a Vanity Fair dove denunciava il razzismo ancora presente in Italia chiedendosi se fosse giusto far nascere un figlio nero in Italia. “Grande sportiva, grande pallavolista, ma spero non venga a fare una tirata al Festival sull’Italia Paese razzista, perché gli italiani possono avere tanti difetti ma non sono razzisti. È un popolo che accoglie, che allunga la mano a tutti. Mi auguro che gli italiani, che hanno già molti problemi, non si sentano colpevolizzati da chi usa la tv pubblica per fare la morale a qualcuno”.
Polemiche anche su Zelensky: “Ieri sera non ho visto il Festival, ero fuori per lavoro. Per molti italiani è un momento complicato, che non ci sia la presenza di Zelensky non mi dispiace. Portare la guerra in mezzo ai Cugini di Campagna mi sembra veramente fuori luogo”. Sulla lettera di Zelensky che leggerà Amadeus: “Quando la legge? Io sabato sarò con i miei figli, non penso mi chiedano di ascoltare la lettera di Zelensky a Sanremo. Ci guarderemo un film”.
LA REPLICA DI AMADEUS – Immediata la replica del conduttore e direttore artistico del Festival: “Sono quattro anni che Matteo Salvini se la prende con il festival, ma basta non guardarlo e so che ha fatto sapere che durante la serata finale vedrà un film”. “Al festival – ha aggiunto – tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero. C’è un’assoluta e totale libertà”. E Gianni Morandi ha rincarato: “Come previsto anche dall’articolo 21 della Costituzione Italiana e ricordato ieri sera da Roberto Benigni”.