Insegnante ammazzata a coltellate da un alunno all’interno della classe di una scuola cattolica intitolata alla memoria di San Tommaso d’Aquino. E’ quanto successo in mattinata nei Paesi Baschi francesi, a Santi-Jean de Luz, cittadina che si trova nel sud-ovest della Francia. L’aggressore è un ragazzino di 16 anni, fermato dalla polizia. La vittima è una professoressa di spagnolo di 52 anni. “Vi confermo che c’è stata un’aggressione con un coltello e che la vittima è appena deceduta”, ha detto il procuratore di Bayonne, Jérôme Bourrier, citato dalla France Presse.
Secondo fonti di polizia citate da Le Figaro, il ragazzo ha raccontato di aver “sentito delle voci” di notte che lo incitavano a uccidere l’insegnante in questione. Così questa mattina, intorno alle 10, durante la lezione di spagnolo, l’aggressore 16enne avrebbe fatto irruzione all’interno della classe scagliandosi violentemente contro l’insegnante, morta poco dopo in seguito a una coltellata al cuore. Inutili i tentativi dei sanitari, intervenuti poco dopo, di rianimare la donna. Momenti di panico si sono vissuti all’interno dell’istituto privato cattolico Saint-Thomas d’Aquin: gli studenti sono rimasti bloccati, per ragioni di sicurezza, nella rispettive aule per circa due ore, con i genitori, preoccupati, radunatisi all’esterno della scuola in attesa della loro uscita.
L’episodio richiama alla memoria quanto accaduto il 13 settembre scorso in Normandia, quando uno studente di 15 anni accoltellò alla gola l’insegnante di un liceo di Caen. La vittima, di 63 anni, venne dimessa pochi giorni dopo e lo studente, con turbe psichiche, fu arrestato sotto sorveglianza medica. In Francia è la prima volta che un insegnante viene ucciso nello svolgimento della sua professione dopo il terribile assassinio di Samuel Paty, il professore decapitato da un 18enne fondamentalista islamico rifugiato russo di origini cecene il 16 ottobre 2020 nella regione di Parigi. Il motivo? Aveva lanciato un dibattito in classe con i suoi studenti sulle caricature del profeta Maometto pubblicate dal settimanale “Charlie Hebdo“.