Rocco Morabito è atterrato all’aeroporto di Roma – Ciampino nella mattinata del 6 luglio 2022, estradato dal Brasile, dove era stato arrestato il 25 maggio 2021 dalla polizia federale brasiliana, nel corso di un’operazione congiunta con i Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Reggio Calabria, supportati dal Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia – progetto I-CAN (Interpol Cooperation Against ‘ndrangheta) e dalle agenzie statunitensi DEA e FBI. Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta da Giovanni Borbadieri.

Morabito deve scontare una pena definitiva a 30 anni di reclusione per reati in materia di stupefacenti. L’interessato, considerato uno dei massimi broker del narcotraffico internazionale, era inserito nella lista dei latitanti di massima pericolosità facenti parte del “programma speciale di ricerca” del Ministero dell’Interno.

Legato da vincoli di parentela con il noto esponente di vertice della ‘ndrangheta Giuseppe Tiradritto Morabito, è stato al centro di una complessa vicenda investigativa: arrestato in Uruguay nel settembre 2017 dal ROS dopo 23 anni di latitanza, il 24 giugno 2019 era riuscito ad evadere da un penitenziario di Montevideo, quando era in attesa di estradizione verso l’Italia. Da quel momento se ne erano perse le tracce.

La svolta nelle indagini dei Carabinieri si è avuta nel maggio 2021 allorquando le complesse investigazioni di respiro internazionale, sviluppate anche attraverso il monitoraggio delle scie telematiche, hanno permesso di localizzare il latitante a João Pessoa, dove è stato rintracciato in compagnia di un altro ricercato di ‘ndrangheta, Vincenzo Pasquino. Questo, era sua volta ricercato dal Comando Provinciale Carabinieri di Torino che stava conducendo parallele indagini coordinate dalla locale Procura Distrettuale, diretta dalla Dr.ssa Anna Maria Loreto.

La sinergia investigativa tra i reparti dell’Arma dei Carabinieri e la Polizia Federale brasiliana, in costante raccordo operativo con il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia – progetto I-CAN e con il supporto delle agenzie statunitensi DEA e FBI, ha ulteriormente confermato come la fattiva e intensa collaborazione investigativa tra forze di polizia possa portare a colpire i più importanti esponenti del narcotraffico che operano in una dimensione transnazionale.
La rapidità delle procedure di estradizione, che sembravano essersi arenate a causa di un procedimento penale aperto dalla Magistratura di San Paolo nei confronti di Morabito, è stata resa possibile grazie all’intensa attività di raccordo tra l’Ambasciata d’Italia in Brasile, il Progetto I-CAN e le Autorità brasiliane. Il Progetto I-CAN, promosso e finanziato dall’Italia attraverso Interpol, ha costituito una rete di 13 Paesi in tutto il mondo per il contrasto alla minaccia globale costituita dalla ‘ndrangheta.

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