L’uomo che da ieri mattina era sul cavalcavia del ponte che collega Pianura al Vomero è stato tratto in salvo poco dopo le 13.30 e trasferito all’ospedale del mare. È stato legato mani con delle corde dai vigili del fuoco dopo oltre 30 ore di estenuanti trattative. Secondo quanto riferisce l’Ansa, il 48enne sarebbe stato spinto a tentare di togliersi la vita gettandosi nel vuoto perché ormai incapace di gestire i disturbi della moglie, in passato condannata per stalking nei confronti di una donna che riteneva essere l’amante del marito ma che quest’ultimo neppure conosceva.

E’ rimasto aggrappato alla vita per oltre 30 ore perché se da un lato minaccia di lanciarsi nel vuoto dal cavalcavia dove è salito, arrampicandosi, intorno alle 7 di mercoledì 19 ottobre, dall’altro con le mani sempre più provate si continua a mantenere alla grata di ferro perché non ha il coraggio di farla finita. Allo stesso tempo, però, non vuole essere salvato e continua a resistere fino a quando il suo fisico lo consentirà. Beve acqua, fuma sigarette ma non mangia da quando è salito sul cavalcavia. Ha superato la notte, il freddo e l’umidità.

E’ il dramma che sta vivendo un uomo di 48 anni, residente nel Rione Traiano a Napoli, che da un giorno e mezzo ha paralizzato l’area flegrea della città, e in particolare i quartieri di Pianura e Soccavo. Via Cinthia è chiusa al traffico, la bretella che collega il quartiere del Vomero con la zona flegrea anche. Lui, assistito da carabinieri, psicologo, vigili del fuoco, polizia municipale, 118, familiari e amici, continua a ripetere che non c’è nulla da fare. “Ho fatto un guaio troppo grosso, non c’è rimedio“.

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