Il lungo tavolo che separava lunedì scorso Emmanuel Macron e Vladimir Putin nell’incontro al Cremlino sulla crisi ucraina era una soluzione obbligata per il faccia a faccia tra i due leader dopo il rifiuto del presidente francese di sottoporsi a un tampone molecolare dopo l’arrivo a Mosca.
È quanto rivelano diverse fonti giornalistiche che erano presenti lunedì nella capitale russa all’incontro. L’Eliseo conferma che ci sono stati problemi di “tempistica” che hanno consigliato all’entourage di Macron di rinunciare all’opzione di “un minor distanziamento” che sarebbe stata possibile effettuando il tampone all’arrivo.
Macron e Putin
Nessun commento, invece, sulla motivazione addotta da alcune delle fonti giornalistiche, in particolare britanniche, secondo le quali il tampone sarebbe stato rifiutato da parte francese affinché “il Dna del presidente non finisse nelle mani dei russi”.
Il presidente ha “fatto quello che era necessario fare come sempre quando viaggia, così come tutta la sua delegazione”, dicono fonti della presidenza francese questa mattina. “La questione – sottolineano – è soltanto quella delle condizioni del tampone, ma questi sono elementi che spetta al medico decidere. Stiamo parlando di questioni come la persona che esegue il tampone, come il tampone viene praticato e quali sono le esigenze imposte in termini di tempistica (ad esempio, presentarsi molto in anticipo per il test). Abbiamo semplicemente ritenuto che le condizioni che avrebbero consentito un minore distanziamento non erano accettabili per noi e abbiamo scelto l’altra opzione proposta dal protocollo russo”.
Macron e Putin: le motivazioni
Nessun commento, da parte dell’Eliseo, sulla voce secondo la quale il tampone sarebbe stato rifiutato per non consentire ai medici russi di avere accesso al Dna di Macron. A domanda precisa, le fonti della presidenza francese rispondono che “il presidente ha dei medici che definiscono insieme a lui le regole accettabili o no in termini di protocollo sanitario che lo riguardano”.