Laurearsi durante il travaglio e diventare mamma dopo poche ore. E’ la storia di Martina Cuomo, giovane infermiere napoletana protagonista di una giornata indimenticabile che, da sola, potrebbe cristallizzare, se ancora ve ne fosse bisogno, la grande forza delle donne. Dalle 9.30, quando è iniziata la discussione della tesi sulla “palla da parto”, alle 18.30, momento in cui è nata Nunzia con i suoi tre chili e mezzo di salute. mamma Martina non ha mai mollato, mascherando anche il travaglio durante la discussione della tesi in videocollegamento.
Martina è una infermiera dell’ospedale Cotugno di Napoli, ha 30 anni, è originaria di San Pietro a Patierno (quartiere dell’area nord) e lo scorso 18 novembre è diventata dottoressa in Scienze Infermieristiche e Ostetricia all’Università de L’Aquila (laurea magistrale). “Mentre discutevo facevo gli esercizi di respirazione grazie alla mia ostetrica Carmela Frattasio. Mi diceva come respirare – racconta al Corriere del Mezzogiorno – mi ha aiutato a calmare ansia e dolore. È una figura che troppo spesso non si ritiene fondamentale. Ma invece lo è, eccome. Il suo compito è diverso da quello del ginecologo, ma oggi si tende a considerare che basti il medico”.
Oltre all’ostetrica, accanto al lei durante tesi e travaglio c’era il marito Antonio, anche lui infermiere. “Chi ascoltava quello che dicevo, in collegamento dall’Università de L’Aquila non si è accorto di quello che stava succedendo”. Solo il relatore aveva “notato qualche respiro un po’ più pesante”.
Poi racconta come è nata la coincidenza tesi-travaglio: “Quando a settembre mi hanno comunicato la data in cui avrei discusso la tesi, il 18 novembre, mi sono resa conto che coincideva con quella prevista per il parto, in base ai calcoli del mio ginecologo, ma ho sperato che magari non sarebbe andata così. E invece sì. Mi sono svegliata alle 7 con i prodromi del parto e ho subito chiesto di poter anticipare la discussione a inizio giornata”.