Si allargano le proteste in Iran dove, per la quinta notte consecutiva, i manifestanti sono scesi in piazza dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne arrestata dalla polizia morale perché non indossava correttamente il velo e deceduta dopo tre giorni di coma per i maltrattamenti subiti.
I manifestanti hanno protestato nella notte in 15 città dell’Iran, bloccando il traffico, incendiando cassonetti e veicoli della polizia, lanciando pietre contro le forze di sicurezza e scandendo slogan antigovernativi.
La polizia ha usato gas lacrimogeni e ha effettuato arresti per disperdere la folla, scrive l’agenzia Irna. Uomini e donne, molte dei quali si erano tolte il velo, si sono riuniti a Teheran e in altre grandi città, tra cui Mashhad (nord-est), Tabriz (nord-ovest), Rasht (nord), Isfahan (centro) e Kish (sud). In alcuni casi, le donne si sono tolte l’hijab e lo hanno bruciato per protestare contro la legge sul velo obbligatorio nel Paese e i video sono stati postati online.
Nelle proteste di ieri, cinque persone sono state uccise dalle forze di sicurezza nella regione curda dell’Iran durante le violente proteste per la morte di Mahsa Amini, la 22enne arrestata dalla polizia morale perché non indossava correttamente il velo e deceduta per i maltrattamenti. Le vittime, secondo il gruppo curdo per i diritti umani Hengaw, con sede in Norvegia, sarebbero state uccise con colpi di arma da fuoco in Kurdistan (regione di origine di Mahsa), dove la polizia ha sparato contro uomini, donne e bambini scesi nelle strade. Anche la portavoce dell’Ufficio Onu per i Diritti umani afferma che hanno perso la vita “da due a cinque persone”.