Fuga dalle fiamme in Versilia e fiumi ai minimi storici. Gli incendi e il caldo continuano a tenere sotto scacco il Paese mentre nelle ultime ore l’ultima vittima dei roghi è una volontaria della Protezione civile che era impegnata in Friuli: la 46enne è morta schiacciata da un albero carbonizzato durante le operazioni di spegnimento a Prepotto, in provincia di Udine.

E la siccità ormai sembra infinita. La mancanza di piogge sta compromettendo anche le riserve d’acqua sotterranea del Centro-Nord. Il fiume Po continua a segnare record negativi di portata scendendo a 113,7 metri cubi al secondo (al rilevamento ferrarese di Pontelagoscuro), cioè circa il 10% della portata media. L’Osservatorio sulle Risorse Idriche, che lancia l’allarme nel suo report, segnala anche l’eccezionale deficit di piogge sul Lazio con le province di Roma e Viterbo definite “capitali italiane della sete”: il lago di Bracciano è sceso di 36 centimetri rispetto allo scorso anno, quello di Nemi di 96, mentre il lago di Turano cala di un centimetro al giorno. Nettamente inferiori alla media restano le portate del fiume Aniene, mentre quelle di Liri e Sacco sono ai minimi dal 2017.

Nella Versilia infuocata, invece, sono oltre mille gli evacuati a causa del rogo scoppiato lunedì scorso e che dalle colline di Massarosa si è poi esteso al vicino territorio di Camaiore e alle frazioni di Lucca. Al momento la superficie bruciata, secondo il dato diffuso dalla Regione, è di 868 ettari. L’altro territorio del Paese divorato dalle fiamme in questi giorni è il Carso, dove resta chiuso per il secondo giorno consecutivo lo stabilimento di Monfalcone della Fincantieri, a Gorizia, per consentire la pulizia dei piazzali e dei ponti delle navi dalla fuliggine e il fumo, in alcuni casi penetrati attraverso i condotti dell’aria condizionata. Riapre invece dopo due giorni l’autostrada A4 in direzione Trieste, nel tratto tra Villesse e Lisert, ma resta l’incertezza sull’evoluzione dell’incendio nella parte ovest dell’autostrada e rimane chiuso il percorso tra Sistiana e Redipuglia in direzione Venezia.

Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, ringraziando il personale dei Vigili del fuoco, della Protezione civile ed i volontari impegnati, in Friuli e in Toscana, chiede “comportamenti estremamente responsabili da parte di tutti i cittadini per salvaguardare il nostro immenso patrimonio naturale ed evitare pericolose situazioni di rischio”. Restano al limite le temperature in Trentino, dove fino a lunedì 25 luglio si registreranno valori molto sopra la media a tutte le quote. La Protezione civile ha attivato il proprio sistema di allerta provinciale : “lo zero termico in libera atmosfera supererà i 4.500 metri – si legge nell’avviso – in molte zone dei fondovalle a bassa quota le temperature massime supereranno i 35 gradi centigradi e le minime non scenderanno sotto i 20 gradi.

Nei bassi strati, nelle ore più calde, sarà probabile l’aumento della concentrazione di ozono”. A Bolzano sono stati registrati 38,2 gradi, il valore più alto finora in provincia nel 2022. Non è andata molto meglio ad Ora, con 37,3 gradi, mentre nella zona settentrionale dell’Alto Adige il föhn ha leggermente attenuato l’ondata di caldo. L’arsura investe anche le grandi città e nel fine settimana la situazione non migliorerà. Anzi. Le temperature potranno raggiungere spesso la fatidica soglia dei quaranta gradi.

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