Si indaga sulla vita privata di Silvano Nestola, l’ex maresciallo dei carabinieri ucciso a fucilate a Copertino (Lecce) lunedì sera, 3 maggio, mentre tornava all’auto in compagnia del figlioletto di 10 anni dopo aver cenato a casa della sorella. Gli investigatori hanno ascoltato una famiglia di San Donaci (Brindisi), portata in caserma a Lecce, ma al momento non ci sono fermi. La famiglia ascoltata è riconducibile alle frequentazioni private della vittima. Uno di loro risulterebbe anche in possesso di un regolare porto d’armi.
Secondo quanto ricostruito fino ad ora, il killer, con il volto coperto da un cappuccio, entrato in azione conosceva le abitudini di Nestola in servizio fino a settembre scorso al Nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Lecce. Ha aspettato che uscisse dall’abitazione della sorella per ritornare alla macchina parcheggiata in strada. Era buio pesto e l’uomo era nascosto dietro a un muro di cinta e ha esploso un primo colpo all’indirizzo di Nestola mentre quest’ultimo stava raggiungendo l’auto parcheggiata all’esterno della villa. A quel punto, l’ex carabiniere avrebbe esortato il figlio a mettersi al riparo in casa e qualche istante dopo sarebbe stato ferito a morte dai successivi tre colpi di fucile. I proiettili hanno perforato le foglie della siepe ornamentale della villa e le colonne in pietra all’ingresso dell’abitazione, mandando anche in frantumi i vetri dell’auto, una Toyota Yaris, di Nestola.
Il movente, dunque, non sembrerebbe collegato alle attività di servizio svolte da Nestola fino al settembre scorso, prima di essere riformato e posto in quiescenza per motivi di salute. Acquisite le immagini degli impianti di videosorveglianza presenti nella zona. Sotto choc la comunità di Copertino. “L’efferatezza dell’omicidio in cui ha perso la vita un nostro concittadino, il maresciallo Silvano Nestola, lascia tutti sgomenti e senza parole”, ha scritto la sindaca, Sandrina Schito. “Un dramma che ha scosso la nostra città. Siamo vicini al figlio e alla famiglia, in questo momento di immenso dolore”.
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