Il tennista in carrozzella Andrea Silvestrone è morto insieme a due dei suoi tre figli in un drammatico incidente stradale avvenuto intorno alle 14 di sabato 4 febbraio lungo l’autostrada A14, nel tratto compreso tra Grottammare, San Benedetto e Pedaso, in direzione Ancona.

Fatale l’impatto avvenuto all’interno della galleria Castello a Grottammare tra l’auto guidata da Silvestrone, 50 anni, e un camion proveniente dalla careggiata opposta, con il conducente rimasto illeso. A perdere la vita oltre al tennista paralimpico anche la primogenita di 14 anni e il terzo figlio di 8. L’altro bambino di 13 anni è stato ricoverato in codice rosso all’ospedale Torrette di Ancona per fratture multiple e trauma cranico ma non sarebbe in pericolo di vita. Con loro viaggiava anche un cagnolino, morto durante l’impatto. La famiglia era diretta in Veneto per far visita ad alcuni parenti.

L’incidente è avvenuto nei pressi di un cantiere segnalato dove si sono scontrati frontalmente l’auto a noleggio, proveniente dall’Abruzzo, su cui viaggiavano le vittime e il bimbo trasportato all’ospedale di Torrette (Ancona), e un tir il cui conducente è rimasto illeso. Sul posto sanitari, vigili del fuoco, Polizia stradale e personale Anas.

Secondo una prima ricostruzione della dinamica dell’incidente, perdendo il controllo del mezzo Silvestrone avrebbe invaso la corsia opposta trovandosi davanti a un camion.

All’interno del tratto chiuso, il traffico è bloccato con code. Verso Bari si segnalano incolonnamenti di 2 km tra Pedaso e Grottammare. Chi è in viaggio verso Bologna deve uscire a San Benedetto dove c’è 1 km di coda e può rientrare a Pedaso, dopo aver percorso la strada statale 16 Adriatica.

Una tragedia che ha colpito la famiglia dell’atleta, di origine tedesca ma residente a Montesilvano, in provincia di Pescara. Silvestrone che su Twitter si definiva “tennista paralimpico, avvocato, pianista, figlio, marito, papà di tre piccole meraviglie, vulcanico, imprevedibile e in guerra contro la sclerosi multipla“, era stato un istruttore di tennis e, dopo la disabilità causata dalla malattia, era entrato nella Nazionale paralimpica raccogliendo risultati a livello internazionale, sempre nel tennis. Separato dalla moglie, in auto c’erano i suoi tre figli di 8, 12 e 14 anni.

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