“Stiamo ragionando perché progressivamente, nelle condizioni di massima sicurezza, si vada alla riapertura di tutti i luoghi della cultura. Finché non lavorano, occorre sostenere gli operatori del settore al di là del tipo di contratto che avevano. Ma ora bisogna ragionare della riapertura. Ad oggi, teatri e cinema sono chiusi in Francia, Germania, Regno Unito, Belgio, Portogallo. Ma siccome l’Italia è l’Italia vorrei che fossimo i primi a riaprire”, queste le parole che riecheggiano quasi come un appello del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, in un’intervista al Corriere della Sera.
La sicurezza, precisa, “è una assoluta priorità. Ma in questi mesi abbiamo capito che i luoghi più pericolosi sono quelli dove ti togli la mascherina: ristoranti, bar, case private. Nei teatri e nei cinema, già nella riapertura estiva, c’erano misure di sicurezza molto rigide che si sono rivelate efficienti. Ho chiesto al Comitato tecnico-scientifico un incontro urgente per proporre le misure di sicurezza integrative su cui stanno lavorando le organizzazioni di categorie e che mi consegneranno. Penso – prosegue Franceschini – che teatri e cinema, con severe e adeguate misure, siano più sicuri di altri locali già aperti oggi”.
Sulle polemiche sulla nomina di Gabriel Zuchtriegel a Pompei, il ministro conclude: “Ho scelto Zuchtriegel conoscendo la valutazione positiva della commissione e il lavoro importantissimo svolto a Paestum che tutti gli riconoscono. Polemiche ci furono per tutti i direttori stranieri. Quando si innesta un cambiamento, se è vero, provoca resistenza. Se nessuno resiste, significa che è un cambiamento finto. Le direzioni scelte con la selezione internazionale hanno ottenuto eccellenti risultati con un lavoro di squadra che ci ha riconosciuto tutto il mondo della cultura anche internazionale”.
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