Torna a parlare Davide Casaleggio della scissione avvenuta all’interno di quel Movimento fondato dal padre Gianroberto e da Beppe Grillo e, forse, si rende conto del ‘mostro’ che ha creato. Il presidente dell’associazione Rousseau, intervenuto ieri alla presentazione del libro “Polvere di Stelle” di Emanuele Buzzi (edizioni Solferino), attacca a testa bassa l’ex premier e alleato Giuseppe Conte, accusandolo di essersi allontanato dalla politica “francescana” che ha contraddistinto nei primi anni il Movimento 5 Stelle.
Casaleggio sostiene infatti che oggi il partito “dovrebbe cambiare nome, perché si fonda su un’altra organizzazione: è il partito di Conte”. Un partito, diventato “come tanti altri” che anche papà Ginaroberto “non condividerebbe né nelle forme né nella partecipazione”, all’interno del quale ”c’è una trasformazione dal punto di vista organizzativo da stella marina a ragno. Le stelle marine riescono a mantenere la loro struttura e la loro importanza nel tempo perché non hanno un punto centrale da cui tutto dipende. Ci sono i ragni che sono molto più problematici, perché è sufficiente che cada la testa perché non ci sia più un organismo”.
Conte – ha spiegato Casaleggio – ”penso che abbia interpretato un ruolo importante per quanto riguarda la presidenza del Consiglio, non altrettanto bene per quanto riguarda la gestione di un movimento politico che a questo punto dovrebbe cambiare nome”. Casaleggio non chiude alla creazione di un nuovo soggetto politico (”Oggi si è creato un grandissimo spazio nell’astensionismo per coinvolgere le persone”, facendo ”tesoro degli errori del M5s, si può ”creare qualcosa di nuovo”) perché “costruire strumenti di partecipazione è l’obiettivo che mi sono sempre posto in passato e che mi porrò anche in futuro”.
Sul rapporto con Grillo, Casaleggio spiega che “ci facciamo gli auguri nelle occasioni in cui bisogna farsi gli auguri” perché “Beppe ha la stanchezza di aver portato avanti per 15 anni un movimento politico importante, scarificando la sua vita personale”. Il presidente dell’associazione Rousseau fa sapere di aver ”buoni rapporti con tante persone che sono tuttora all’interno del Movimento”.
Movimento che “oggi sta stipendiando le persone per fare qualunque attività, anche gli ex parlamentari stanno stipendiando. E servono molti soldi per farlo: soldi dei cittadini, finanziamento pubblico“. Un conflitto d’interessi che riguarda soprattutto il tema della restituzione di parte dello stipendio da parlamentare: “Oggi si sta vedendo questo tema delle restituzioni come qualcosa di marginale e non più utile. Quando due su tre dei parlamentari che devono decidere se i parlamentari devono tenersi o meno 700mila euro, è ovvio che a queste due persone conviene dire di sì. Quando c’è un conflitto d’interessi così chiaro diventa problematico poi creare delle regole che tutti rispettino” perché – e qui arriva l’ulteriore stoccata a Conte – ”se ci si innamora del palazzo in centro a Roma con l’ufficio faraonico, se ci s’innamora di stipendi importanti, perché sennò non si può andare a Cortina…”.