“Mio figlio non vuole uscire più di casa perché preso di mira da un gruppetto di coetanei“. E’ la denuncia fatta dalla madre di un ragazzino di Casaluce, piccolo comune in provincia di Caserta, al sindaco Francesco Luongo. Un episodio inquietante. Una delle sempre più numerose storie di disagio giovanile che arriva a poche settimane dalla tragedia di Gragnano, dove il 13enne Alessandro è morto suicida dopo le continue minacce subite da un gruppo di coetanei guidato dall’ex fidanzatina.
Il primo cittadino di Casaluce ha deciso di denunciare la vicenda, ancora poco chiara, in un video pubblicato sui social, con l’obiettivo di evitare che questi episodi diventino quasi normalità. Luongo spiega che la madre di una ragazzo gli ha riferito che “il figlio quasi non vuole più uscire di casa perché preso di mira da un gruppetto di coetanei. Questa cosa è gravissima ma non è la prima volta che accade; non è il primo grido di dolore che raccogliamo sia io che la dirigente scolastica. E’ giunta l’ora di porre fine a questa situazione incresciosa. Si tratta di atteggiamenti non tollerabili di cui ci occuperemo con i carabinieri e la polizia locale”.
Per il sindaco “non è pensabile che un giovane debba avere timore di uscire perché preso di mira da un gruppetto di ragazzini”. Poi riporta l’esempio della processione della “nostra amata Madonna” avvenuta nei giorni scorsi: “Tra i portantini ci sono persone più alte, più robuste, più basse, più esili, ma tutte si uniscono e sorreggono lo stesso peso, lo fanno perché si sentono parte di una comunità e perché hanno in comune una passione. Queste persone sono attaccate l’una all’altra e non si pestano mai i piedi volutamente perché sanno di poter arrecare problemi all’intero gruppo. I nostri giovani prendano questo esempio come filosofia di vita”.