“Qualche giorno fa ero al mare con Alba. Giocavamo alle giostre in spiaggia. Si è avvicinato un bimbo e, senza minimi termini, mi ha detto che secondo la sua mamma Alba è malata e anche brutta“. E’ lo sfogo sui social di Luca Trapanese, 41enne “maschio, single e gay” che ha adottato la piccola Alba, rifiutata da sette famiglie, anni fa quando aveva appena 30 giorni. Trapanese, neo-assessore alle politiche sociali del Comune di Napoli e da anni in prima linea per disabili ed emarginati, racconta quanto accaduto nei giorni scorsi alla sua bambina che tra qualche mese compirà 5 anni.

“Sono rimasto di pietra, non sapevo nemmeno cosa rispondere – spiega Trapanese – perché mia figlia non è malata e la sua disabilità non la invalida dell’essere una bambina felice, oltre ad essere oggettivamente bella. Quel bimbo, grazie alla sua mamma, rappresenta una parte della società ostile alla diversità, indifferente al dolore, incentrato sul raggiungimento di una perfezione che non esiste”.

Poi qualche giorno dopo, il lunedì pomeriggio, “mi arriva questa foto di Alba con Arturo, un suo compagno di classe con questo messaggio: ‘Grazie a te e ad Alba…lei riesce a sfiorargli le mani…e il cuore‘. Bisognerebbe iniziare a costruire una società nella quale i figli non vengano visti come una proprietà o augurare che siano i primi ed i migliori”.

Secondo Trapanese “bisognerebbe iniziare a ragionare sul bene comune, partire dall’idea che sono tutti figli nostri, nonostante le diversità, e che ognuno di loro ha diritto alla felicità e non al primato di “migliore”. Bisognerebbe costruire una società incentrata sull’idea del “villaggio” dove le ricchezze, le gioie, i problemi, le difficoltà si condividono ed i figli diventano di un’intera Comunità”.  Infine l’amara riflessione: “Certo è che posso rendere Alba la bambina più abile del mondo, le posso garantire le migliori terapiste, posso cercare per lei la scuola più preparata, ma se non sarà accolta dalla società come una persona e non come una handicappata il mio lavoro è stato del tutto inutile. Grazie Arturo perché con questa foto mi hai ridato la speranza che avevo perso qualche giorno fa”.

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