“Io a parlare con Zelensky, se fossi stato il presidente del Consiglio, non ci sarei mai andato perché stiamo assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili. Bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto, quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore”. Parole che spiazzano fino a un certo punto quelle di Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia e grande amico, almeno fino a prima dell’invasione russa in Ucraina, di Vladimir Putin.
All’uscita del seggio della scuola milanese dove era andato a votare per le elezioni regionali in Lombardia, l’ex premier lancia una stoccata sia al presidente ucraino che alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni (che ha incontrato Zelensky nei giorni scorsi), creando un forte imbarazzo nella maggioranza di cui fa parte.
“Per arrivare alla pace penserei che il signor presidente americano dovrebbe prendersi Zelensky e dirgli ‘è a tua disposizione dopo la fine della guerra un piano Marshall per ricostruire l’Ucraina. Un piano Marshall 6-7-8-9mila miliardi di dollari, a una condizione – osserva Berlusconi – che tu domani ordini il cessate il fuoco, anche perché noi da domani non vi daremo più dollari e non ti daremo più armi‘. Soltanto una cosa del genere potrebbe convincere questo signore ad arrivare ad un cessate il fuoco”. Ai cronisti che gli chiedevano se fosse d’accordo con la presidente Meloni sul equiparazione militare di Ucraina e Russia per arrivare alla pace, Berlusconi ha risposto di no.
Fredda la reazione della premier Giorgia Meloni. “Se l’ho sentito? No, non l’ho sentito“. Spiazzato Antonio Tajani, capo del ministero degli Esteri e braccio destro di Berlusconi in Forza Italia, che prova a metterci una pezza con un tweet pochi minuti dopo le dichiarazioni del suo leader politico. “Forza Italia – scrive – è da sempre schierata a favore dell’indipendenza dell’Ucraina, dalla parte dell’Europa, della NATO e dell’Occidente. In tutte le sedi continueremo a votare con i nostri alleati di governo rispettando il nostro programma”.