Uccisa mentre era al telefono con la sorella. Aggredita a mani nude prima e poi con un martello che le ha provocato un trauma cranico risultato alla fine fatale. E’ la cronaca dell’ennesimo femminicidio. E’ morta così Alessandra Matteuzzi, la 56enne che lavorava nel settore della moda. E’ morta nel cortile della sua abitazione a Bologna dove ha trovato ad aspettarla, da circa due ore, il suo ex compagno, il calciatore dilettantistico Giovanni Padovani, 26enne originario di Senigallia (Ancona), fuggito nei giorni scorsi dal ritiro della propria squadra in Sicilia e arrivato ieri sera, 23 agosto, in auto nel capoluogo emiliano (così come emerge dalle storie Instagram) dove si è poi consumata la tragedia.
A raccontare gli ultimi istanti di vita di Sandra è la sorella Stefania, intervistata dal Tgr Emilia Romagna: “E’ scesa dalla macchina e ha cominciato a urlare: no Giovanni, no, ti prego, aiuto. Io ero al telefono, ho chiamato immediatamente i carabinieri che sono arrivati subito. Io abito a 30 chilometri. Alla fine l’ha massacrata di botte perché non è riuscita neanche a entrare qua, dentro al portone” ha detto la donna in lacrime mentre a poca distanza i poliziotti raccoglievano orecchini e preziosi che la donna ha perso durante l’aggressione. Il calciatore era stato denunciato alla fine del mese di luglio per stalking ma nei suoi confronti, rispetto a quanto emerso inizialmente, non erano stati adottati provvedimenti restrittivi.
“C’era stata una denuncia e anche delle integrazioni, erano stati sentiti dei testimoni e nominato un pm” spiega in un video pubblicato da Il Resto del Carlino la sorella di Alessandra. I due “hanno avuto una frequentazione a distanza, perché lui faceva il calciatore in Sicilia, quindi si sono visti poche volte, era poco più di un anno che si conoscevano” ma “è dallo scorso gennaio che ha cominciato ad avere delle ossessioni verso di lei. Si vedevano una volta al mese, poi hanno passato qualche giorno insieme, durante il periodo di pausa calcistica, lui è stato qua con lei. A quel punto però le sono successe delle brutte cose, lui aveva rotto piatti e bicchieri, si era arrampicato dalla terrazza, staccava la luce generale del suo appartamento, e le faceva degli agguati sulle scale“, ha spiegato la sorella.
Nella denuncia presentata a fine luglio da Sandra venivano riferiti atteggiamenti molesti, telefonate continue e appostamenti ma non era stata menzionata alcuna violenza fisica. I carabinieri, coordinati dalla Procura, avevano avviato le indagini a inizio agosto, sottolineando poi di dover ancora ascoltare altre persone che però visto il periodo festivo al momento erano lontano da Bologna. La 56enne aveva contattato poi i carabinieri per sapere se c’erano stati sviluppi nella vicenda e nei giorni scorsi aveva anche chiamato il legale che la assisteva per dirgli che Padovani si era presentato nuovamente sotto casa sua. L’avvocato le aveva consigliato di integrare quindi la denuncia e la donna avrebbe dovuto farlo in questi giorni.
Intanto il pm Domenico Ambrosino, che si occupa dell’omicidio della 56enne, conferirà domani mattina l’incarico per l’autopsia, affidata al medico legale Guido Pelletti. Alessandra Matteuzzi è morta in seguito al grave trauma cranico riportato per i colpi ricevuti da Padovani che i vicini di casa avevano sorpreso sotto l’abitazione già a partire dalle 19, due ore prima dell’omicidio.
“Sandra mi aveva detto: se suona quel ragazzo, per favore non gli apra. Lui – ha raccontato la vicina sempre a Il Resto del Carlino – la stava già aspettando davanti al portone dalle 19.15, voleva entrare ma abbiamo chiuso quando siamo rientrati in casa. Da tempo era diventato insistente, lei provava a calmarlo, a parlargli, ma in casa non lo faceva mai salire. Ieri sera abbiamo poi sentito le grida della donna che gli urlava di andarsene e abbiamo visto che lui la trascinava sotto al portico”.