“Combatteremo, useremo ogni cartuccia che ci è rimasta, ma chiediamo alla patria di salvare i civili, i feriti e portare via i corpi”. Così su Telegram, il vice comandante del battaglione Azov, impegnato nella difesa di Mariupol dopo che “lo stabilimento dell’acciaieria Azovstal è praticamente distrutto. Sull’acciaieria sganciano delle pesanti bombe e sotto le macerie ci sono tante persone”.
“Dopo l’ultimatum lanciato dall’esercito russo sono usciti 120 civili nascosti nell’acciaieria Azovstal di Mariupol sotto assedio”. Lo riferisce Interfax che cita come fonte il primo canale della tv di Stato russa. Il ministero della Difesa russo aveva esortato i combattenti ucraini e stranieri che si trovano nell’acciaieria ad arrendersi per mezzogiorno (le 11 ora italiana) e lasciare il sito disarmati tra le 14 e le 16. Secondo le autorità ucraine locali, nei sotterranei si sono rifugiati anche un migliaio di civili, tra donne, vecchi e bambini.
Arriva inoltre la precisazione del consigliere del sindaco di Mariupol Petro Andryushchenko ha negato che dei civili fossero nascosti nell’ospedale di Mariupol vicino all’acciaieria Azovstal colpito da un bombardamento russo. La notizia era stata riportata da un parlamentare ucraino che parlava di 300 persone sotto le macerie. “Mariupol, in particolare la zona dell’Azovstal, è sotto pesante bombardamento ma da molto tempo nessuno si nasconde nell’edificio dell’ospedale distrutto” aggiunge.