La Cina è sempre più di Xi Jinping. È questo l’esito, più che prevedibile, emerso dal congresso del partito Comunista tenuto a Pechino.
Il presidente ha ricevuto il suo storico e inedito terzo mandato consecutivo alla segreteria generale del Partito comunista cinese. La prima plenaria del XX Comitato centrale ha visto aumentare ancora di più il potere di Xi, 69 anni, diventato praticamente una sorta di “imperatore” affiancato da una schiera di fedelissimi.
Gli altri sei membri del Comitato permanente del Politburo sono infatti uomini di massima fiducia per Xi Jinping: salta subito agli occhi l’assenza del vicepremier Hu Chunhua, unico possibile contrappeso al potere di Xi.
Quanto alle gerarchie, il numero due diventa il leader del partito di Shanghai, Li Qiang, promosso nonostante la pessima gestione della crisi Covid nella metropoli della scorsa primavera. Al momento non è chiaro se Li Qiang assumerà come ‘numero due’ la carica di governo di premier o capo della legislatura, con la scelta attesa per il prossimo marzo.
Numero tre della gerarchia interna diventa Zhao Leji, 65 anni, in questi anni a capo della campagna anti-corruzione del Partito; dietro di lui l’ideologo del Partito e l’uomo dietro al pensiero del presidente, il 67enne Wang Huning; posizione numero cinque per Cai Qi, capo del Partito della capitale Pechino; al debutto Ding Xuexiang, numero 6 della gerarchia e capo dello staff del presidente; ultima posizione del Comitato permanente del Politburo per Li Xi, segretario della provincia di Guangdong, anche lui al debutto.