Legato, incappucciato, imbavagliato e picchiato con ferocia da una banda di rapinatori intenzionati a svaligiare casa dopo la soffiata di una donna che conosceva la vittima ed era al corrente della disponibilità economica che aveva in casa. Sono tre le persone arrestate (mentre una quarta è solo indagata) per l’omicidio di Donato Montinaro, il 75enne falegname pensionato, ucciso a Castri di Lecce l’11 giugno 2022.

Nell’abitazione di via Roma viveva anche la figlia disabile di 48 anni, illesa. A scoprire il corpo è stata la donna delle pulizie, che ha trovato il pensionato, ex falegname, legato alla parte bassa di un tavolo

Nella mattinata odierna, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Lecce, stanno dando esecuzione ad un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal GIP del Tribunale di Lecce, su richiesta della Procura della Repubblica Salentina, nei confronti di 3 persone (di cui 2 donne) e la notifica di un’informazione di garanzia a carico di un quarto soggetto, cui sono contestati i reati, in concorso, di omicidio aggravato e rapina aggravata.

L’articolata attività investigativa fatta di intercettazioni e da conseguenti e concomitanti servizi di osservazione e pedinamento, ha consentito agli inquirenti di identificare i soggetti ritenuti responsabili, in concorso, della rapina e dell’omicidio dell’anziano uomo.

Numerosi e convergenti sarebbero gli elementi indiziari raccolti dagli investigatori dell’Arma; dalla loro disamina nel corso della tempestiva e mirata attività d’indagine svolta, sembrava evidente che una delle due donne, unica persona in relazione con la vittima, essendo probabilmente a conoscenza delle disponibilità di denaro contante possedute dall’anziano, avrebbe pianificato ed eseguito, con la complicità dei rimanenti indagati, una rapina che poi si sarebbe conclusa col brutale omicidio, avvenuto a seguito di “asfissia da soffocamento diretto per azione combinata di imbavagliamento, incappucciamento e strangolamento con indumenti, lenzuola e nastro adesivo”.

Secondo la ricostruzione della Procura, gli indagati dopo essersi introdotti nell’abitazione avrebbero percosso, incappucciato e immobilizzato la vittima legandola mani e piedi, infine si sarebbero allontanati dall’abitazione portando con sé anche un utensile agricolo e una somma di denaro in contanti, non quantificata, che avrebbero prelevato dall’abitazione dell’anziano.

Significativi spunti sarebbero stati forniti anche dalle immagini immortalate e acquisite dagli impianti di videosorveglianza presenti su tutto il territorio provinciale; un’area senz’altro molto vasta, ma nella quale, mettendo a sistema orari, passaggi e celle telefoniche agganciate dai telefoni degli indagati, sarebbe stato possibile fare ordine sui tasselli raccolti e ricomporre il puzzle per la risoluzione del caso.

Ancora, nel corso dell’attività investigativa sarebbe emerso che le due donne, erano solite ricercare anziani benestanti ai quali richiedere somme di danaro in cambio di intrattenimenti telefonici ed altro, dimostrando così la loro buona attitudine ad interagire psicologicamente sugli ignari clienti.

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