Accoltellato mentre saliva sul palco del festival letterario organizzato a Chautauqua, nello stato di New York. Lo scrittore Salman Rushdie, 75 anni, si trova ora in ospedale dopo le ferite riportate.
Era in corso la presentazione di Rushdie quando un uomo è salito sul palco. Un breve video sui social mostra i pochi attimi dell’aggressione con diverse persone accorrere sul palco e gli spettatori a urlare di paura. Secondo L’Ap, lo scrittore è caduto a terra sotto i colpi, si sarebbe alzato da solo dopo l’aggressione.
Lo scrittore è stato accompagnato in ospedale in elisoccorso per accertamenti sulle ferite riportate. Non ci sono altre notizie sulle sue condizioni al momento.
Lo scrittore indiano naturalizzato britannico, dopo la pubblicazione del libro I versetti satanici (1988), ha subito minacce di morte dall’Iran e una fatwa dell’ayatollah Khomeyni che lo hanno costretto a vivere sotto la protezione di Scotland Yard dal 1989. Ma il romanziere non ha mai smesso di scrivere e nel 1990 esce Harun e il mar delle storie, un romanzo per ragazzi, seguito nel 1991 da Patrie immaginarie, una raccolta di scritti originariamente pubblicati sulla stampa periodica su temi che spaziano dall’assassinio della politica indiana Indira Gandhi ai saggi su altri scrittori. Successivamente, ha pubblicato la raccolta di novelle East, West (1994) e i romanzi L’ultimo sospiro del moro (1995) e La terra sotto i suoi piedi (1999), che hanno confermato il carattere cosmopolita della sua ispirazione.
‘I versetti satanici’ aveva suscitato un’autentica sollevazione tra i musulmani più ferventi. Il testo venne bollato come blasfemo, Rushdie fu bersaglio di proteste, anche violente, nel vasto mondo islamico. A Mumbai, in India, durante una manifestazione vi furono 12 morti. Rushdie venne messo sotto protezione dal governo britannico. Khomeini morì lo stesso anno in cui pronunciò la sua fatwa, ma la sentenza di morte nei confronti dello scrittore rimase, così come rimase la taglia da 3 milioni di dollari per chi avesse messo fine alla sua vita. L’attuale leader supremo iraniano, l’Ayatollah Ali Khamenei, non ha mai annullato l’editto del suo predecessore.