“A Berlusconi continuo a volergli bene ma subisco invettive personali anche feroci da lui e dal suo ambiente”. E lo sfogo di Renato Brunetta, il ministro della Pubblica Amministrazione che dopo le dimissioni del premier Mario Draghi ha annunciato il suo addio a Forza Italia.

“Con Berlusconi si è rotto qualcosa, è finita” ha spiegato nel corso di “Mezz’ora in più” condotto da Lucia Annunziata su Rai 3. Brunetta riporta alcune frasi offensive pronunciate nei suoi confronti da esponenti del partito azzurro e in particolare da Marta Fascina, compagna di Berlusconi. Se quest’ultimo infatti ha salutato l’addio del ministro e di Maria Stella Gelmini con un lapidario “che riposino in pace“, c’è chi è andato ben oltre, offendendo Brunetta per la sua statura.

E’ una vita che vengo violentato per la mia altezza, o bassezza. Mi dicono ‘tappo o nano‘, ho sofferto su questo e continuo a soffrire, ma ho le spalle larghe perché ho fatto molte cose, il prof universitario il parlamentare anche europeo, sono stato ministro due volte”. Adesso “per la prima volta riesco a parlarne: queste cose vanno sdoganate, quindi ringrazio Marta (Fascina, ndr), – conclude con un pizzico di ironia – continua così, perché consentirai anche di sdoganare queste violenze. Perché parlarne vuol dire sdoganarle”.

Il riferimento è al post pubblicato su Instagram nei giorni scorsi da Marta Fascina. La deputata azzurra ha pubblicato una storia che riportava la scritta “Roma non premia i traditori”, accompagnata dalla canzone di Fabrizio De André, “un giudice”, che racconta la scalata di “un nano” fino ai vertici della magistratura.

“Marta – dice Brunetta – ma essere violentato su questo… non per me ma per tutti quei bambine e bambini che non hanno avuto la fortuna di essere alti e belli e che possono avere in me un esempio e dire, ma vedete Brunetta, però tappo come è… sdogano su di me questo termine che mi ha sempre fatto male“. “Io non ho scelto di essere alto o basso sono responsabile delle mie idee di quello che faccio ma non di essere tappo o nano” conclude.

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