In attesa del faccia a faccia di lunedì a Palazzo Chigi tra Mario Draghi e Giuseppe Conte, non si placa il livello di tensione in quel che è rimasto del Movimento 5 Stelle dopo la scissione voluta da Luigi Di Maio.

Lo stesso ministro degli Esteri torna a picconare Giuseppe Conte e i suoi ex colleghi di partito che in una fase così delicata a livello mondiale continuano a mettere “al centro della loro azione la loro crisi di voti” in vista delle elezioni politiche del 2023. “Non si possono seguire i sondaggi o il calo di consensi in questo momento” tuona l’ex grillino fondatore di Insieme per il Futuro.

“In questo momento servono serietà e stabilità al Paese. Chi fa propaganda parla di pace la mattina e poi la sera trama per la crisi di governo – ha attaccato Di Maio – Dobbiamo andare avanti e occuparci dei problemi seri”. C’è “bisogno d unità, di una coalizione di Governo in grado di affrontare gli effetti drammatici della guerra sulle famiglie e sulle imprese italiane ed europee. Questa guerra sta provocando effetti economici in tutto il mondo sul caro bollette, alimentare e della benzina. Rispetto a questi problemi abbiamo bisogno di unità. Alcuni partiti di opposizione si dimostrano più responsabili di alcuni partiti di maggioranza”.

Poi torna sui fantomatici messaggi  tra Grillo e Draghi: “Il dibattito, anche di questi giorni, che c’è stato rispetto a presunti e non verificati scambi di messaggi nel mezzo di un vertice storico della Nato è surreale”. Così come è “surreale che ci siano forze politiche che passino il tempo a parlare di se stesse anche nei giorni in cui il governo, al massimo livello, sedeva a un tavolo importantissimo”. Messaggi “smentiti dai diretti interessati” ha aggiunto.

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