Uccisa per “vendetta” nei confronti della società di Vittoria che “l’aveva emarginato”. Questa la spiegazione che il 28enne disoccupato e con problemi psichici ha dato agli inquirenti per l’omicidio di Brunilda Halla, avvenuto mercoledì 25 maggio nella cittadina in provincia di Ragusa. L’uomo non aveva rapporti con la vittima, che è stata ‘scelta a caso’.

Bruna, come tutti la chiamavano, è stata colpita alle spalle davanti alla porta della sua abitazione da almeno sei coltellate. Un omicidio senza un movente, almeno per ora.

La donna 37enne di origini albanesi era sposata e madre di due figli di 16 e 14 anni. È stata aggredita all’improvviso intorno alle 12,40, mentre il marito si trovava al lavoro, senza avere il tempo di capire cosa stesse accadendo. Le telecamere hanno ripreso l’assassino mentre cammina per strada, attraversa un incrocio, vede la donna e si blocca, torna indietro e la colpisce. Bruna è morta dissanguata. Il 28enne le avrebbe sferrato le coltellate tra collo e scapole per poi fuggire via con il coltello insanguinato, di una decina di centimetri, ancora tra le mani. Si sarebbe disfatto dell’arma, nascondendola in un anfratto di un muro, prima di tornare a casa a cambiarsi.

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