Una testimonianza resa tra le lacrime agli investigatori. La studentessa universitaria di Bari, vittima di una presunta violenza sessuale avvenuta all’interno di un’ambulanza nella notte del 1 novembre, non risparmia i dettagli, neanche i più umilianti. Lui, l’aggressore, è un paramedico 36enne che, invece di soccorrerla e aiutarla, l’avrebbe stuprata dopo averle somministrato delle ‘gocce’.

“Io ero distesa, lui in piedi e con le mani mi toccava le mie parti intime scostando la mutandina. Ero lì bloccata, mi sentivo stordita ed inerme” sono le parole della ragazza riportate da Repubblica. “Ricordo che lui faceva dei versi, quelli che fa un uomo quando è in fase di eccitazione e non ricordo però se diceva qualcosa, i versi però credetemi, li ricordo bene, ribadisco che erano quelli di un uomo molto eccitato. A quel punto chiudevo gli occhi e sentivo che lui si slacciava la cintura dei pantaloni“.

Il racconto della ragazza inizia proprio dall’arrivo alla festa di Halloween al Palaghiaccio di Bari, insieme ad alcuni amici: lei è già brilla. “Raramente assumevo alcool, sarà capitato che andando a qualche altra festa, ho bevuto un bicchiere ma poi mi fermavo. Sarà stata l’euforia della festa di Halloween, la buona compagnia, ed ecco che quella sera ho esagerato” spiega. La testa è pesante, ha la nausea e tutto le gira intorno: le amiche allora l’accompagnano in ambulanza. Il paramedico- che indossa un giubbino e un pantalone arancione- la fa stendere sul lettino, chiudendo il portellone del mezzo.

Dopo averle tastato il ventre e averle fatto delle domande, le dice che deve assumere delle gocce per non vomitare: dieci, direttamente in bocca, che la fanno addormentare. “Non so per quanto tempo sono rimasta appisolata, ma ricordo che poi ad un certo punto mi riprendevo un pochino, aprivo gli occhi e vedevo che quel paramedico che stava lì, mi guardava e con parole semplici mi spiegava che per stare meglio la soluzione era che o vomitavo oppure mi dovevo masturbare” prosegue la testimonianza della ragazza.

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