Il boss Matteo Messina Denaro ha rinunciato a essere presente in videoconferenza dal carcere de L’Aquila, dove si trova detenuto, con l’aula bunker del carcere Malaspina di Caltanissetta dove si sta svolgendo il processo in cui è imputato come mandante delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Lo ha comunicato il presidente della Corte d’Assise d’appello.
C’era attesa questa mattina all’interno dell’aula bunker dove si sta celebrando il processo d’appello al boss, accusato di essere mandante delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Si sarebbe trattato della prima volta in un’aula giudiziaria del latitante, arrestato lunedì scorso a Palermo. Il collegamento video con il carcere de L’Aquila, dove Messina Denaro è detenuto, era stato attivato ma l’imputato ha rinunciato.
L’udienza è stata rinviata al 9 marzo “per consentire al difensore di essere presente”. Lo ha deciso il presidente della Corte d’Assise di Caltanissetta Maria Carmela Giannazzo, dopo che il boss ha deciso di non assistere all’udienza in videoconferenza dal carcere de L”Aquila. Uno dei due difensori d’ufficio del boss, l’avvocato Salvatore Baglio, ha comunicato di avere ricevuto una delega orale dal difensore di fiducia nominato da Messina Denaro, la nipote Lorenza Guttadauro, ed ha chiesto i termini a difesa.