Clarissa Ward, reporter della Cnn, si trova in Ucraina per documentare la guerra in corso dopo l’invasione russa ma a fare il giro dei social (tra qualche polemica è la foto della reporter con il pancione (è al quinto mese di gravidanza) tra le macerie di Kharkiv.
Ward ha 42 anni, è capo dei corrispondenti internazionali della Cnn ed ha scelto di continuare a seguire il conflitto nonostante la gravidanza. Da inizio gennaio si trova a Kharkiv per girare uno speciale che andrà in onda nelle prossime settimane, in concomitanza con il primo, triste, anniversario della guerra in Ucraina dove è stata a marzo dello scorso anno per seguire i primi mesi del conflitto.
In una intervista invece a People, la reporter della Cnn chiarisce: “Non andrò in nessun luogo in prima linea e il mio team ha fatto di tutto per individuare tutte le strutture ospedaliere lungo i nostri percorsi. Può ancora essere piuttosto impegnativo con i lunghi viaggi e il freddo intenso e bisogna essere vigili, ma ricordo a me stessa che migliaia di donne ucraine vivono questa esperienza ogni giorno” chiarisce. Riconosce che sicuramente è “una esperienza diversa tornare in Ucraina incinta di 20 settimane”.
Riguardo le sue condizioni di salute, sottolinea che “non ho la nausea e ho molta energia, il pancione non è ancora enorme anche se sono un po’ stufa perché tendo ad entrare nel terzo trimestre”. Ward è sposata e già madre di due bimbi: Caspar 2 anni, ed Ezra, 4 anni. “Ovviamente è un’esperienza diversa tornare in Ucraina incinta di 20 settimane” riconosce la giornalista.
Ma le polemiche non mancano. C’è chi infatti accusa la giornalista della Cnn di non pensare al bambino che porta in grembo, altri sostengono invece che la decisione di lavorare nonostante la gravidanza rappresenta una sconfitta per le numerose battaglie portate avanti dalle donne in tutti questi anni. Ma molti invece esprimono sostegno e congratulazioni al coraggio della reporter.
Nata a Londra da padre britannico e madre statunitense e cresciuta a New York, Clarissa Ward ha una lunghissima esperienza da corrispondente. In passato ha seguito la cattura di Saddam Hussein in Iraq, lo tusnami nell’Oceano Indiano, la morte di Yasser Arafat e di Giovanni Paolo II. Come anticipato in apertura, nell’estate del 2021 è stata in Afghanistan documentando il ritorno al potere, e le violenze, dei talebani. Oltre all’inglese, parla anche francese, italiano, russo, arabo, spagnolo e un po’ di cinese.