Verrà dichiarata la morte cerebrale di Roberto Bembo, il giovane 21enne accoltellato la notte di Capodanno a Mercogliano, in provincia di Avellino, in seguito a una maxi rissa nata alle sette del mattino tra due gruppi per un parcheggio sbagliato nello spiazzale di un bar. Una storia raccapricciante quella ricostruita dalla polizia dopo la folle notte del primo gennaio scorso. Bembo venne raggiunto da un cazzotto al volto sferrato con un tirapugni e poco dopo da tre coltellate al collo, alla schiena e all’addome.

Soccorso e trasportato d’urgenza all’ospedale Moscati di Avellino, le sue condizioni sono apparse sin da subito gravissime e, dopo dieci giorni di agonia, nelle prossime ore verrà dichiarata la morte cerebrale. Il collegio medico si è riunito alle 12.30 nell’unità operativa di anestesia e rianimazione dell’ospedale irpino peer avviare il periodo di osservazione di sei ore necessario ad accertare la morte cerebrale del 21enne.

Per la sua aggressione si erano costituiti quel giorno stesso Luca Sciarillo e Nico Iannuzzi, 28 e 31 anni. Entrambi di Avellino, sono ancora in carcere per tentato omicidio e lesioni gravissime. Quando sarà dichiarata la morte del ragazzo, la contestazione nei loro confronti cambierà in omicidio.

Stando alla ricostruzione degli investigatori, tra il gruppo di amici della vittima e quello composto da Daniele Sciarrillo (anche lui indagato a piede libero per l’omicidio di Bembo e ristretto ai domiciliari per droga), suo fratello Luca e Nico Iannuzzi, è nata una lite per un’auto parcheggiata nei pressi del bar che ostruiva il passaggio. Come spesso accade, purtroppo, dopo le parole è esplosa la violenza tra i due gruppi. Quando tutto sembrava essere rientrato ecco la tragedia: i tre indagati, che si erano inizialmente allontanati, sono tornati all’improvviso sul posto. A colpire prima con un tirapugni al volto Roberto Bembo e poi ad accoltellarlo al collo, alla schiena e all’addome sarebbe stato, stando alle testimonianze raccolte dalla polizia e alle telecamere presenti nella zona, Nico Iannuzzi, figlio di un pregiudicato ritenuto affiliato al clan Partenio.

Nei giorni scorsi era stata organizzata una veglia di preghiera presso la chiesa di San Modestino che ha visto la partecipazione di centinaia di persone. “Lotta e non mollare mai” lo striscione in testa al corteo per Roberto. Tantissimi i messaggi di cordoglio che in queste ore si stanno susseguendo sui social.

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