covid

“Finalemente viviamo una fase post pandemica. Ci lasciamo alle spalle la pandemia. I dati dell’Istituto superiore di sanità indicano che l’occupazione delle terapie intensive è in calo, siamo ad un’occupazione del 2,86%. Finalmente il virus si endemizza, quindi possiamo darci un orizzonte di governo della sanità senza questo mostro che ha colpito l’Italia e il mondo negli ultimi anni”. Lo ha detto Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute, nel suo intervento al decennale di Fratelli d’Italia, in corso a Roma. Cosa fare ora? “L’indirizzo – continua Gemmato – è chiaro e semplice. Dobbiamo ripartire da quello che non ha funzionato. In primis, il definanziamento” e, secondo elemento il contrasto alla “desertificazione dell’assistenza territoriale sanitaria: nelle aree interne abbiamo interi Comuni che non hanno una traccia di sistema sanitario nazionale. Dobbiamo pensare alle aree interne. Perché nel disegno diabolico della sinistra c’è lo svuotamento delle aree interne, con l’obiettivo che tutti afferiscano nelle grandi metropoli urbane dove vanno a vivere in palazzoni spersonalizzati e dove, creando un ceto indefinito – senza cultura, identità e valori – sono più condizionabili”. “Noi – continua Gemmano – siamo per l’Italia degli 8mila campanili, per l’Italia della diversità, per la difesa di questa Italia che deve partire anche dalla sanità per fare in modo che le nostre aree interne non vengano spopolate. Lo faremo utilizzando i 15,6 miliardi del fondo 6 del Pnrr, che devono creare la sanità di prossimità. L’idea di attrezzare le cosidette ‘case di comunità’ evidentemente è già fallimentare nei numeri: con 1.350 case di comunità distribuite per i 60 milioni di abitanti, sono 40mila abitanti per casa di comunità. Mi dite che sanità di prossimità è con questi numeri nelle aree interne?”, ha concluso Gemmato, garantendo che “il nostro impegno ci sarà, il nostro impegno sarà legato a ciò che l’articolo 32 della nostra Costituzione detta, ovvero che tutti i cittadini italiani hanno pari diritti di assistenza sanitaria, che vivano nelle aree interne, nella metropoli urbana e, soprattutto, che vivano al Nord o che vivano al Sud”.

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